
I Segretari di Flai Cgil, Francesca Crivellaro, Fai Cisl, Gilberto Baratto e UilA, Nicola Storti: "Anche nella realtà padovana sono tante le aziende che non vogliono aderire al Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro sottoscritto lo scorso 31 luglio, tra queste la Kioene: ecco perché siamo qui".
Rinnovare un contratto e avere praticamente un terzo degli addetti - circa 150 mila lavoratori - per cui cambia poco o niente, generando così una situazione in cui ci saranno lavoratori con diritti e tutele che mancheranno ad altri. Sembra incredibile ma è quel che sta accadendo ai lavoratori dell' industria alimentare, il cui accordo collettivo 2019-23 è stato siglato lo scorso 31 luglio da tra Fai Cisl, Flai Cgil, Uila Uil e Unionfood, Ancit e AssoBirra ma dal quale alcune associazioni imprenditoriali si sono sfilate. Fino a ieri erano 10, poi Assica (l'Associazione che rappresenta le aziende del settore della carne) ha deciso di aderire, quindi ora sono 9.
"Quel che vogliamo - dicono Francesca Crivellaro della Flai Cgil, Gilberto Baratto della Fai CISL e Nicola Storti Uila della UilA - è che tutti i lavoratori dell'industria alimentare abbiano un unico contratto; 420-450 mila lavoratori sull'intero territorio nazionale. Il problema è dovuto al fatto che 9 sigle su 13 non hanno sottoscritto la parte normativa dell'accordo del 31 luglio, con la quale i lavoratori hanno ulteriori diritti e tutele oltre ai vantaggi economici. Eppure questo è un settore che non ha risentito della crisi ma che invece ha continuato ad avere più che buone marginalità anche nonostante il lockdown"
"E se lo hanno potuto fare - aggiungono i tre sindacalisti - è anche perché i lavoratori, con molto senso della responsabilità, hanno continuato ad andare a lavorare nonostante i rischi per sé e i propri familiari. Al tempo li chiamavano eroi, adesso se ne sono dimenticati. L'auspicio è che, un po' alla volta, le associazioni dell'industria agroalimentare accettino l'accordo. Abbiamo visto che alcune lo stanno facendo. Prima Aia Agricola Tre Valli, poi ieri Assica".
"Tra le aziende che devono aderire al nuovo Contratto - concludono Crivellaro, Baratto e Storti - vi è anche la Kioene, un'azienda molto importante nell'alta padovana, sponsor di un'importante società sportiva nella pallavolo e con un'immagine vincente e positiva. Eppure, secondo noi, tutta questa positività i dipendenti non la vedono tanto, a partire dall'impossibilità per i suoi lavoratori di aderire al nuovo Contratto Nazionale. Un'azienda con cui è impossibile qualsiasi dialogo e in cui, nessuna delle tre organizzazioni sindacali (diversamente da quel che succede normalmente nelle aziende di quelle dimensioni) ha un iscritto. Nonostante questo, le cose le veniamo a sapere lo stesso. La nostra presenza ha questo significato: i lavoratori della Kioene sappiano che noi siamo dalla loro parte e lottiamo affinché anche loro abbiano quei diritti e quelle tutele che altri lavoratori hanno già ottenuto".