Per la Cgil padovana quella di ieri non è stata una giornata di festa quanto, piuttosto, l'occasione per rinverdire l'impegno dell'organizzazione sindacale nel raggiungimento delle pari opportunità tra uomo e donna, considerate ancora una meta lontana, rispettata solo a parole. A dimostrazione di ciò, la Camera del Lavoro riporta gli ultimi dati relativi alla situazione occupazionale: il salario di una donna in Italia, mediamente, è inferiore del 30% rispetto a quello di un uomo, ed il tasso di occupazione femminile è fermo ad oltre 20 punti percentuali in meno rispetto a quello maschile. Per Padova e provincia, dal 2008 ad oggi le donne disoccupate in cerca di lavoro sono passate da 8.100 a quasi 19.000, con un tasso di disoccupazione femminile più che raddoppiato: dal 4,6% del 2008 al 10,4% dello scorso anno, ultimo dato Istat ufficiale a disposizione, ben superiore a quello maschile.
«È chiaro che la crisi e il taglio delle risorse statali al welfare hanno colpito pesantemente soprattutto le donne - ha detto il segretario generale di Cgil Padova, Christian Ferrari, durante il suo intervento al centro Altinate -. Per noi l'8 marzo non può essere una giornata di festa, e rimarrà una giornata di impegno fino a quando le pari opportunità saranno raggiunte davvero». A concludere i lavori è stata la segretaria generale di Cgil nazionale, Susanna Camusso, soffermatasi in particolare sulla frantumazione del mondo del lavoro, origine di una regressione nella conquista delle pari opportunità. «Il lavoro significa anche libertà, e se le condizioni contrattuali sono discriminatorie si privano le persone di un diritto fondamentale - ha detto Camusso -. Troppo spesso assistiamo a donne che, una volta divenute madri, vengono messe da parte. La maternità non deve essere vissuta come una condizione che limita le possibilità professionali di una donna. Nel Paese, su molti fronti, stiamo assistendo ad una regressione non solo legislativa, ma anche culturale».